Per secoli, le persone hanno fatto affidamento sulle mappe geografiche per capire dove sono e dove stanno andando. Ma le mappe digitali di oggi – apparentemente più precise che mai – non sono sempre così affidabili come sembrano.
Alla fine di agosto, ad esempio, gli utenti di Snapchat hanno scoperto che la mappa interna dell’app aveva ribattezzato New York City con l’etichetta antisemita “Jewtropolis”.
A Washington, Google Maps ha erroneamente ribattezzato un palazzo del Senato pochi giorni dopo la morte del senatore John McCain, il 25 agosto.
I ricercatori hanno trovato numerosi elenchi di annunci commerciali falsi nelle cartine di Google Maps per idraulici e hotel, evidenti tentativi di manipolare i risultati di ricerca.
Le mappe digitali sono oggi in grado di individuare i punti di riferimento a noi più vicini, negozi e ristoranti, evidenziando gli ingorghi del traffico automobilistico e permettendoti di viaggiare verso destinazioni in tutto il mondo.
Google, Apple e una serie di aziende meno conosciute aggiornano costantemente queste rappresentazioni del mondo reale utilizzando una varietà di strumenti sofisticati, dai satelliti in orbita ai telefoni cellulari.
Ma c’è un’altra importante fonte di informazioni: i dati crowdsourcing inviati da persone comuni, che possono rendere le cartine geografiche digitali di oggi più simili a Wikipedia.
Quando l’app di navigazione Waze visualizza un alert per incidente stradale, bisogna ringraziare i conducenti che percorrono quella strada, che lo hanno segnalato in tempo (quasi) reale.
Altri volontari di tutto il mondo, non pagati, forniscono informazioni su nuove sedi di attività commerciali, punti di interesse e persino su nuove strade.
Tutto ciò è una scommessa, e alla fine la saggezza e l’impegno delle persone porta ottimi risultati.
Ma arrivare “alla fine” spesso richiede tempo, e anche un piccolo gruppo di persone può ancora rovinare tutto.
La manomissione di mappe digitali su Mapbox
Prendiamo, ad esempio, un fatto successo la mattina del 30 agosto: gli utenti di Snapchat hanno visto sulla app la città di New York ribattezzata come “Jewtropolis” e i principali monumenti della città portavano nomi indecenti come “Pedofilo Bridge”, “Sionista Cannibale Drive” e “Adolph Hitler Memorial Tunnel”.
Snapchat e altre app come The Weather Channel e Runkeeper fanno affidamento su una società chiamata Mapbox per le loro mappe.
Il CEO di Mapbox, Eric Gundersen, ha dichiarato che l’azienda utilizza più di 130 diverse fonti di dati e uno di questi è il progetto open source chiamato OpenStreetMap.
All’inizio di agosto, un utente ha fatto su OpenStreetMap più di 80 modifiche alle etichette, in chiave antisemita su New York e in altri luoghi; le registrazioni di quei cambiamenti mostrano che l’utente anonimo ha ribattezzato abusivamente anche alcune strade di Londra e ha soprannominato la Russia “Commieland”.
Fortunatamente le modifiche sono state ripristinate in OpenStreetMap da un altro contributore meno di due ore dopo.
A Mapbox, tuttavia, le modifiche antisemite sono rimaste in una pipeline di modifiche alle mappe, dove hanno sostato per 20 giorni fino a che i revisori umani non hanno cancellato i dati.
Gunderson ha detto che uno strumento di intelligenza artificiale di Mapbox ha contrassegnato il problema quando si è presentato, e ha messo in quarantena le modifiche abusive. Un revisore umano ha però accettato erroneamente una delle modifiche, sovrascrivendo i dati corretti.
OpenStreetMap Foundation, un gruppo no-profit con sede a Cambridge in Inghilterra, ha affermato in un post sul suo blog che le modifiche sono state gestite così rapidamente sulla sua piattaforma che nessuno le ha notate fino a quando Mapbox non ha pubblicato i dati di OpenStreetMap manomessi su migliaia di app e siti web.
OpenStreetMap Foundation ha dichiarato:
“La stragrande maggioranza dei contributori agisce per costruire qualcosa di grande, e il numero di questi ultimi superano di gran lunga le poche mele marce”
Anche Google Maps può essere manipolato
Anche Google Maps (un altro soggetto attivo nel mondo della cartografia digitale) può subire modifiche fraudolente.
Gran parte della raccolta di dati di Google Maps (ad esempio immagini satellitari o informazioni sul traffico) è automatizzata.
Ma a livello locale, alcuni elenchi si basano su etichette suggerite dagli utenti stessi: sono quindi vulnerabili agli attacchi e Google ha combattuto contro questo problema per molti anni.
Il 29 agosto, qualcuno ha suggerito che l’“Edificio del Senato Russell” venga ribattezzato “Edificio del Senato McCain” sulle mappe Google, mettendo in cortocircuito un cambiamento di nome su cui, i veri senatori, stavano discutendo.
Il cambiamento ha superato le verifiche automatiche e umane di Google, ed è stato ripristinato allo stato originale dopo aver attirato l’attenzione della stampa.
Google ha dichiarato in una nota che nel corso degli anni ha ridotto la frode “a un’incidenza molto bassa” e che “lavoriamo sempre su modi nuovi e migliori per combattere questo tipo di comportamento”.
Sam Hind, ricercatore all’Università di Siegen in Germania che studia tecnologia di navigazione, ha affermato che gli sviluppatori di mappe digitali hanno compreso che i loro utenti hanno collettivamente conoscenze locali più aggiornate di quelle che i loro team possono raccogliere.
Questo è un problema anche per le schede di attività commerciali su Google Maps.
La società di Mountain View facilita l’aggiunta di nuovi elenchi di attività commerciali sulla sua mappa, anche per invogliare i proprietari di piccole imprese a fare pubblicità con Google e per attirare i clienti nelle vicinanze.
Ma tutto questo apre la porta all’abuso.
Basta chiedere a Greg Psitos, un fioraio di 33 anni nel Queens, a New York.
A febbraio, qualcuno ha manomesso le sue informazioni su Google Maps e ha cambiato il suo orario in “chiuso” proprio il giorno di San Valentino (ovvero quello che avrebbe dovuto essere uno dei giorni più remunerativi dell’anno).
Da allora, Psitos è stato impegnato in una crociata per attirare l’attenzione su questo problema. Ad un certo punto, è persino riuscito ad ingannare Google Maps facendogli credere che il suo negozio di fiori fosse la sede della rete di notizie CNN e del Trump Palace.
Entrambe queste informazioni erano ancora presenti e ricercabili sulle mappe digitali di Google quando questo articolo è stato pubblicato.
Psitos ha detto: “Sono un fioraio, ma ora sono un esperto di Google Maps.”
In uno studio di Google su questo problema, Danny Yuxing Huang, un ricercatore di Princeton, ha utilizzato dati di centinaia di migliaia di schede di attività commerciali identificate da Google come fraudolente.
Un gran numero di queste era proveniente da professionisti come fabbri e idraulici, che hanno creato inserzioni in diversi quartieri per fare più affari.
Una tecnica molto utilizzata da parte dei manipolatori è quella di configurare più elenchi in un singolo indirizzo, e poi spostare i pin della mappa in nuove posizioni. Rilevare questi problemi è una sfida, ha detto Huang, dal momento che ha senso lasciare che i legittimi proprietari correggano i problemi dei dati derivanti da una errata mappatura.